Il pagamento delle spese legali per avviare uno sfratto è sempre stato un argomento molto discusso. Ancor di più in questo periodo che sicuramente non è dei più rosei per tantissimi cittadini italiani, alle prese con diverse problematiche di natura economica. Fra queste, è entrata di diritto quella relativa alla morosità degli inquilini, il cui numero è in costante aumento.
I proprietari di casa si rivolgono ai tribunali per reclamare il diritto sancito dalla legge di percepire il canone mensile d’affitto da parte degli inquilini. Il problema è che, nonostante la giurisprudenza parli chiaro, a causa dell’emergenza Covid-19, in taluni casi il giudice si è espresso a favore degli inquilini. Motivazione risiede proprio in ragione dell’impossibilità di far fronte a tali pagamenti.
Al di là delle difficoltà contingenti di diversi cittadini, nel caso di inadempimento di un inquilino, il proprietario dell’abitazione può attivare la procedura di sfratto per morosità. È ovvio che l’iter deve seguire quanto stabilisce la Legge, quindi deve rivolgersi a un avvocato.
Ma quali sono le spese legali che dovrà affrontare e chi pagherà quelle relative allo sfratto?
Chi paga le spese legali per lo sfratto?
A chi tocca pagare le spese legali per lo sfratto? La domanda è lecita, la risposta è ovvia: vengono anticipate dal proprietario dell’abitazione. Nel caso in cui il Giudice si esprima a suo favore, l’inquilino sarà tenuto a rimborsare le spese sfratto per morosità e relative spese processuali.
Ma qual è il costo per la procedura di sfratto? In realtà sono diversi i costi da sostenere, e sono i seguenti:
- I costi della giustizia, che comprendono la marca da bollo (27 euro) e quelli relativi al contributo unificato. Quest’ultimo di importo variabile e solitamente conteggiato in base al valore della causa, del procedimento giudiziario e dell’ammontare del risarcimento.
- I costi relativi alla parcella dell’avvocato. Costi che non sono fissi e variano in base al professionista e a quanto deve l’inquilino moroso al padrone di casa.
- Le notifiche, altro costo nella pratica di sfratto. L’ammontare dipende dal metodo scelto. Ad esempio, tramite posta varia in base alla distanza e al peso della busta, ma di solito si aggira intorno ai 10 euro. In alternativa, le notifiche possono essere consegnate a mano da parte dell’Ufficiale Giudiziario. In questo caso ovviamente il costo aumenta e varia in base alla distanza che può arrivare fino a 50/60 euro. È importante anche sapere che, per quanto riguarda la procedura stessa, ci sono almeno 3 notifiche da consegnare. Queste riguardano: la notifica della citazione in giudizio, la convalida dello sfratto e, dopo la sentenza del giudice, l’eventuale notifica del decreto ingiuntivo.
il preavviso di rilascio
Il decreto ingiuntivo serve per ottenere pagamento arretrato dei canoni, oltre che il rimborso delle spese del giudizio che sono state anticipate dal precedente locatore.
Nel caso in cui l’inquilino, nonostante la convalida dello sfratto per mezzo notifica, continui ugualmente a usufruire dell’immobile, dovrà essere a lui inviata un’ulteriore notifica di preavviso di rilascio. Tale notifica avviserà infatti l’inquilino che l’ufficiale giudiziario si presenterà per eseguire lo sfratto in una precisa data. Questo atto deve essere notificato almeno 10 giorni prima dalla data fissata dal Giudice per il rilascio dell’immobile.