Un’ordinanza di sfratto esecutivo ordina all’inquilino la liberazione immobile in cui risiede attualmente entro un determinato periodo di tempo stabilito da un giudice.
Se l’inquilino non rispetta il titolo esecutivo, si procede alla liberazione forzata dell’immobile e il locatore può riprendere possesso dell’abitazione o locale commerciale.
Quali sono i passi da compiere prima dell’effettivo sgombero esecutivo? In pratica, se l’inquilino è ancora in possesso dell’immobile dopo la scadenza del termine fissato dal giudice, interverrà un avvocato civilista che chiederà all’ufficiale giudiziario di emettere un mandato di esecuzione.
Tempistiche liberazione immobile dal momento della notifica di intimazione
Quando ricevono un’intimazione di sfratto per morosità, gli inquilini hanno diverse possibilità per evitare o ritardare lo sfratto dal loro immobile.
In primo luogo, l’inquilino può pagare il debito e interrompere tutte le procedure prima dell’udienza di sfratto. Se l’inquilino non è in grado o non è disposto a pagare e per un buon motivo, può opporsi allo sfratto.
Se non c’è motivo di opporsi allo sfratto, l’inquilino può chiedere un rinvio se il contratto è di tipo abitativo.
Tempistiche liberazione immobile dal momento della notifica dell’ordinanza
Un’ordinanza di sfratto inquilino rende certamente la situazione più critica per quest’ultimo. La notifica presuppone che lo sfratto sia già avvenuto.
La prima conseguenza rilevante della validità dello sfratto è la risoluzione del contratto di locazione. Ciò significa che l’inquilino non può evitare di liberare l’immobile pagando il debito. Nel caso in cui si rifiutasse, potrebbe incorrere nello sfratto coattivo.
In ogni caso, alla domanda “Procedimento esecutivo: i tempi per sfratto?” non si può rispondere in modo definitivo, perché la tempistica dipende da tanti fattori.
In linea di massima si può dire che di solito l’inquilino rimane nell’immobile per una media di due o quattro mesi dopo l’entrata in vigore dello sfratto.
Come muoversi
La migliore strategia che un inquilino sottoposto alla convalida di sfratto può adottare è quella di negoziare con il proprietario per liberare l’immobile. Gli effetti benefici sono diversi.
Innanzitutto l’inquilino può negoziare con il locatore lo sgombero dell’immobile a condizione che il debito esistente venga cancellato. In questo modo, l’inadempiente può evitare una causa per affitto non pagato.
In secondo luogo, si può evitare l’umiliazione di essere sfrattati dall’immobile dalle forze di polizia.
I beni dell’inquilino all’interno dell’immobile
Di solito, nell’ambito del processo di sfratto forzato, i beni mobili appartenenti all’inquilino sono presenti nell’appartamento. Quali sono le conseguenze in queste circostanze?
L’ufficiale giudiziario concede all’inquilino sfrattato 15-30 giorni per recuperare i suoi beni come concordato con il proprietario.
Se l’inquilino non rimuove i suoi beni entro i termini previsti dalla legge:
- il loro valore supera i costi di custodia e trasporto: viene nominato un custode che li trasporta in un altro luogo e li vende. Il denaro ricevuto viene utilizzato per coprire i costi di trasporto e stoccaggio e i beni smaltiti soltanto se non vengono venduti;
- il loro valore è inferiore ai costi di custodia e trasporto: saranno immediatamente smaltiti.
Nel caso in cui sia necessario valutare il valore dei beni lasciati dall’inquilino sfrattato, come accade spesso per gli immobili commerciali, verrà nominato un perito per effettuare una valutazione accurata.