Che fare con un inquilino moroso irreperibile? Partiamo da cosa dice la legge in merito. Questo problema sta toccando gli interessi di molti proprietari di casa. In particolare questi si trovano stretti tra una burocrazia, che si mostra sovente lenta e farragino, e la necessità di non pregiudicare ulteriormente la situazione.
Inquilino moroso: cosa fare?
Inizialmente la questione della morosità e del recupero del possesso dell’immobile devono essere trattati separatamente. Ciò risulta indispensabile nonostante il proprietario dell’appartamento possa rivolgersi a un giudice con un solo provvedimento.
Se, dopo 20 giorni, l’inquilino non provvedere a pagare il canone concordato a livello contrattuale, il locatore può iniziare la procedura di sfratto. L’intento è quello di recuperare la detenzione del bene. Nel caso in cui l’inquilino non contesta, la questione si risolve dopo due udienze.
Nella prima udienza solitamente viene richiesto il termine di grazia, ossia dare 90 giorni di tempo all’inquilino per racimolare la somma da versare. Se questi ne dà istanza, bene, altrimenti, in assenza, verrà dichiarato dal giudice esecutivo lo sfratto.
Qualora il contratto di locazione non sia stato registrato, la procedura a norma di legge è “l’azione di occupazione senza titolo”, una causa normale e più lunga di quella dello sfratto.
Se l’ordinanza di sfratto viene dichiarata esecutiva, il giudice ordina al conduttore (inquilino) di abbandonare l’abitazione. Nel caso di inadempimento, il locatore dovrà rivolgersi all’ufficiale giudiziario per allontanare il moroso dall’appartamento.
Questo allontanamento, se accadrà bonariamente, dovrà avvenire in forma forzata da parte della polizia.
La notifica all’inquilino irreperibile
C’è un problema, per lo più di carattere pratica, quando viene attuata la procedura di sfratto verso un inquilino che si è reso irreperibile: le notifiche e il raggiungimento da parte del postino o dell’ufficiale giudiziario.
In realtà è un problema soltanto tale in apparenza. Infatti, la legge prevede che la notifica all’inquilino moroso irreperibile deve essere fatta con un deposito presso il Comune in cui il conduttore ha risieduto l’ultima volta.
Recupero delle mensilità arretrate: come avviene?
Ad accompagnare la richiesta di sfratto da parte del locatore tramite ricorso al tribunale è la domanda di decreto ingiuntivo riguardante il recupero canoni.
Il giudice provvederà ad emettere un provvedimento unico ma dal doppio contenuto: il primo riguarda l’ordine di sfratto, il secondo la sentenza di condanna dell’inquilino a pagare le somme rimanenti dell’affitto.
Il problema è che, rispetto alla procedura di sfratto, il recupero mensilità per le quali si è verificata la morosità dell’inquilino è molto più complicata.
Per sbloccare una situazione di stallo, ossia il conduttore non ha provveduto a pagare le mensilità pendenti, di solito si ricorre al pignoramento dei beni.
Sembra semplice, ma non lo è. Il motivo? Individuare i beni che appartengono all’ex conduttore. Tramite la sentenza di condanna da parte del giudice, il locatore può consultare l’Anagrafe Tributaria presso l’Agenzia delle Entrate per individuare i redditi che appartengono all’ex inquilino moroso e, eventualmente, chiedere l’esecuzione forzata.
Purtroppo, in diversi casi, tale ricerca non dà i frutti sperati, e il locatore sarà costretto a rinunciare al proprio diritto.